LA SOLUZIONE E’ NEL DISINCANTO

Come vado scrivendo dal febbraio dello scorso anno, l’inedita circostanza storica che stiamo vivendo deve essere affrontata con posizionamenti individuali disincantati. Nelle prime ondate pandemiche si è ben compresa l’inutilità delle soluzioni fondate su richiami emotivi (“state in casa e ce la faremo”) o su processi di controllo (plateale il fallimento dell’app Immuni), mentre invece chi ha fatto vita sana e colto l’opportunità per resettare la routine ha tratto indubbi vantaggi anche in una circostanza così inquietante. Oggi, però, stiamo assistendo a un ulteriore salto di qualità. La scelta finalmente considerata razionale e decisiva – il vaccino – ha assunto una tale enfasi propagandistica da riaprire dubbi e divisioni, fino a giungere alla disperata mossa del Green Pass : un’opzione organizzativamente ingestibile che prelude all’annuncio dell’inadeguatezza della soluzione vaccinale in cui tanti avevano riposto un’aspettativa risolutiva. Perché si genera questa eterogenesi dei fini? Sicuramente non esiste un disegno (se non quello beffardo della storia), ma sia l’eccesso di zelo del servilismo mediatico che la presunzione umana di risolvere/uccidere una fenomenologia naturale contribuiscono non poco a restare impantanati nella palude del fallimento. La soluzione resta affidata al disincanto individuale. L’io vede con molta più lucidità del noi. Naturalmente si vive in mezzo agli altri, ma ognuno non deve aver timore di reclamare la propria unicità. Mi pare che un buon numero di persone stiano cominciando, con consapevolezza e razionalità, a incamminarsi sulla via del disincanto. E’ un buon segno…