DEMOLIRE L’INVOLUCRO

Da lunedì zone rosse quasi ovunque. Trovarsi dopo un anno nello stesso punto dovrebbe indurre a pensare che si è all’interno di una inutile traiettoria circolare. La vera pericolosità della situazione non risiede solo nel non capire qual è il bandolo della matassa, ma nel rischio che il girare in tondo prenda la forma del vortice. L’urgenza maggiore, quindi, è quella di bloccare questa accelerazione dell’assenza di pensiero. Il primo passo è cominciare a demolire l’involucro che cementa il nefasto costrutto del Covid nella percezione di ogni vissuto. Vi sono due strade possibili: una passiva e l’altra attiva. La prima è permessa solo a coloro che hanno il beneficio dell’irresponsabilità come i bambini e gli adolescenti: fregarsene e approfittare del diritto di vivere la propria beata età. La seconda è quella di chi deve mantenere la responsabilità consapevole delle proprie scelte. Senza entrare nella questione sanitaria (dove comunque gravi errori sembrano non mancare), tuttavia, non si può non vedere come il male della nostra inquietudine provenga essenzialmente dai circuiti della rappresentazione mediatica. Contenuti espliciti, metatesti, superficialità, sensazionalismo, logica di fazione ecc. sono tutte patologie estremamente nocive prodotte dai media. Quindi, pur senza reclamare alcuna censura, occorrerebbe individualmente giungere alla consapevolezza che ogni rappresentazione mediatica equivale a un ridicolo rituale di pensiero magico. Insomma, ogni volta che si accende la tv dovremmo considerare -senza eccezioni- che di fronte c’è sempre e solo il mago Otelma.